giovedì 17 ottobre 2013


RIFLESSIONI IN PUNTA DI PENNA:

QUANDO IL MALE NON SI PUO' DIMENTICARE

di Patrizia Ferrando





In molti cimiteri, esiste un campo di storie rotte. Tombe senza lapide, quasi sempre lasciate a se stesse, molte senza nome. Custodiscono spoglie di bambini morti alla fine di viaggi di speranza per una cura che non li ha guariti, e la cui famiglia non aveva nulla, nemmeno il denaro per riportarli a casa; di barboni la cui identità si era smarrita in chissà quale notte di freddo e cartoni, di emarginati, disabili, anziani per i quali il disagio è stato un vortice che ha inghiottito tutto, perfino i riti della morte. A queste povere sepolture provvisorie provvede l'ente pubblico, poi c'è l'ossario comune. Ecco, dopo averne sentite tante, visto che i parenti neppure lo reclamano, credo che Priebke dovrebbe terminare oscuramente il suo itinerario funebre in uno di questi campi. Dimenticata la sua "personalità", rimosso il suo nome, ricordate, altrove, le sue colpe. E poi, silenzio.

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