venerdì 21 ottobre 2011

Recensione
"Anche il caviale stanca" di Mariangela Mianiti

Devo confessare che ho assistito personalmente alla presentazione di questo libro al Women’s Fiction Festival di Matera e da subito ne sono rimasta incuriosita. Solo il titolo attirava da sé la mia attenzione, proprio come il caviale che io peraltro adoro; non avrei mai pensato però, che come dice il proverbio, “non è tutto oro ciò che luccica”. Mariangela Mianiti, la scrittrice, mi ha spiazzato con questo romanzo che in chiave quasi comica narra una realtà disarmante, un’ironia della sorte che coinvolge una donna che ha sempre vissuto nel lusso più sfrenato e da un giorno all’altro si ritrova a dover fare letteralmente i conti con quella che è la vera realtà della vita.
Prunella, questo è il nome della protagonista, è una straviziatissima snob milanese, ricca a tal punto che non sa neppure come fare una spesa al supermercato. Moglie di un banchiere e madre di due figlie dai nomi alquanto “teatrali” come Dafne e Opale, vive la sua vita ovattata in una villa da sogno in città, tra shopping sfrenati e centri benessere. “I mariti ricchi li hanno inventati per essere rapinati” afferma, con una disarmante trasparenza che la rende simpatica al lettore, nonostante il suo modus vivendi così al di sopra delle righe. Ma il destino, sempre in agguato dietro l’angolo, da un giorno all’altro capovolge completamente la sua vita. Giulio, il marito ricchissimo, viene inquisito per bancarotta ed indovinate che fa? Fugge all’estero, abbandonando moglie e figlie al loro destino ma in modo particolare…senza soldi da spendere!
Prunella deve iniziare a fare i conti con uno stile di vita completamente opposto a quello al quale era beatamente abituata, alla mancanza di soldi ed alla necessità di trovarsi un lavoro. Senza fare spoiler posso affermare che combinerà più disastri di quanto possiate immaginare ma un lieto fine accompagna il romanzo, del quale non vi racconterò nulla ma consiglio vivamente di leggerlo. Disarmante, ironico ed a tratti sconvolgente, vi trascinerà sino alla fine.
Simona

1 commento:

  1. ACQUA


    Mi chiedo perché io continui ad amarti,
    sei come l’aria non posso non respirarti
    o come l’acqua di un puro ruscello alpino
    dove continuamente per bere io mi chino.

    Spesso mi sembri volubile e assai distratta
    da tante e tante cose del mondo molto attratta
    Spero che alfine sentirai nel fondo del cuore
    l’unica sola voce che conta: quella dell’amore.

    Vittorio Banda
    Copyright 2009

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