mercoledì 21 settembre 2011

"Il magazzino dei mondi"


Centottanta racconti di fantascienza istantanea.

Nel libro, a pagina 230, il mio racconto "Pianeta Rosso"

“PIANETA ROSSO”

Pianeta Rosso, Sistema Primario Solare sezione Y-beta.
Il primo mondo extraterrestre a essere stato colonizzato, grazie agli Orioniani; se non fossero scesi sulla Terra nel dicembre dell’anno 2012, la razza umana si sarebbe estinta, come i dinosauri. Tutti i Capi di Stato erano già stati informati da molto tempo sulle gravi condizioni cui verteva il pianeta: stava per morire, non c’era alcuna via di scampo. Gli alieni avevano studiato la razza umana per più di mezzo secolo, congiuntamente a équipe di scienziati terrestri, preparando insieme il Grande Esodo Spaziale.
In poche settimane la popolazione mondiale fu trasferita nelle colonie del Cerchio, sparse nei diversi sistemi solari.  Gli alieni impiegarono enormi velivoli cargo interstellari, capaci di ospitare sino a cinque milioni d’individui per viaggio; seppur traumatizzati, gli umani dovettero riconoscere che essi avevano salvato loro la vita. Non a tutti, però, perché le condizioni imposte furono molto rigide. Nessun malato, nessun animale, nessuna pianta. Precauzioni sanitarie, giustificarono, nessun rischio di contaminazione.
Siamo nel 2108, Anno del Cerchio, ed io sono Aya. Mi trovo alla base California, sita al primo livello presso le Valles Marineris di Marte. Mi occupo di rilevazioni radioattive nel sottosuolo; ho la responsabilità di centinaia di operai in superficie che estraggono basalto con l’aiuto di arma-tute biotecnologiche. La temperatura esterna in questo periodo si aggira sui – 30; sta iniziando la primavera.
Io sono un’Umanoria, nuova generazione incrociata tra umano e orioniano, una mutante. Sembro una giovane donna terrestre intorno ai trent’anni, ma ne possiedo ottantadue. Sono nata qui dopo la Grande Esplosione, avvenuta pochi mesi dopo la colonizzazione del 2012; una catastrofe che ha distrutto il pianeta Terra, riducendolo in pochi giorni ad un deserto di ghiaccio privo di qualsiasi forma vitale. Il mio metabolismo è rallentato e le mie cellule invecchiano di un decimo rispetto quelle di mia madre Joanne, una scienziata americana, morta ormai da decenni. La Confederazione per i Diritti Spaziali vigila sul controllo della qualità del lavoro e della vita nei pianeti delle Colonie. Marte è il principale produttore di minerali per le industrie aerospaziali. Vivo qui con Archo, il mio compagno, un militare orioniano della Prima Armata del Cerchio. Non posso avere figli, le femmine di razza Umanoria sono prive di utero. Lui lo sa e non gli importa. Ci amiamo, tutto il resto non conta.

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